martedì 28 aprile 2015

INTERVISTA A IRENE MONTANELLI

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice Irene Montanelli ha rilasciato alla nostra Shanmei.

Benvenuta Irene, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.

Mi sono laureata in lingue (inglese e tedesco) presso l’università di Pisa con laurea specialistica in traduzione e poi ho frequentato un corso a Misano  Adriatico sempre sulla traduzione letteraria.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?

Credo sia nato sui banchi del liceo, grazie alle versioni di latino. E naturalmente dalla passione per la lettura e la scrittura. Un traduttore, secondo me, è un po’ un super-lettore e un po’ uno scrittore con poche idee...

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo testo che hai tradotto?

Il mio primissimo lavoro editoriale fu una raccolta di monologhi shakespeariani cui lavorai con una compagna di studi come tirocinio per l’università e in cui traducemmo il paratesto e selezionammo le traduzioni d’autore per i monologhi. Poi continuai a lavorare per quella stessa casa editrice con dei testi divulgativi dal tedesco. Il mio primo romanzo fu “Un misero 18” di Chetan Bhagat che “vinsi” durante il corso di Misano.

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?

Per case editrici e privati e qualche volta per l’agenzia di un mio amico.

Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

In realtà sono loro, anzi, è stata lei, Colleen Gleason che ha scelto me. In realtà aveva contattato una mia “maestra” che però aveva altri progetti e quindi le ha fatto il mio nome. Per Colleen ho tradotto prima un racconto destinato alla sola pubblicazione online, poi ci siamo piaciute e ora sto per consegnarle il terzo romanzo. Il primo che ho tradotto è il primo di una nuova saga legata a quella dei Gardella (Caccia di mezzanotte), gli altri due (La notte dell’abbandono e La notte dell’inganno) appartengono alle Cronache di Envy, saga che in Italia era stata interrotta. Onestamente non conoscevo le opere della Gleason ma amo il genere e trovo il suo stile molto nelle mie corde, quindi spero che la collaborazione continui e che le lettrici apprezzino il nostro sforzo. C'è poi una cosa che vorrei aggiungere e che in tutto ciò è il mio unico cruccio… cioè che è difficile trovare buoni revisori e che per quante volte io rilegga e ricontrolli, spesso il libro ha dei refusi, anche perché chi stampa (fisicamente o in digitale) spesso non è italiano. Mi consola in parte che spesso anche le Case editrici fanno dei bei pastrocchi, ma sono perfezionista di natura e mi dispiace. Quello che manca rispetto alla Casa editrice è la fase di revisione e pubblicazione ben fatta... ma non è un traguardo irraggiungibile.

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?

Come ho già detto l’idea è venuta da lei, che già lavorava così in altri Paesi (anche grazie a piattaforme come Elance).

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?

Credo dipenda molto dal pubblico. Ovviamente il self-publishing ha meno mezzi per pubblicizzare e diffondere le opere e sta più all’utente di “andarselo a cercare”… è possibile che in futuro il modo di cercare e scegliere i libri cambi, o forse sta già cambiando, ma credo proprio che dipenda dal pubblico.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?

Non essendo il mio unico lavoro, di solito c impiego circa tre mesi. Lavorandoci full time anche meno, credo.

Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?

Ahimè non è facile vivere di traduzione! Un po’ perché non è facile entrarci, un po’ perché lavorando a progetti la continuità è sempre più ufficiosa che ufficiale, un po’ perché, spesso, pagano poco e male. Anche se, in questo, devo dire che Colleen è meglio di molte CE perché paga in itinere anziché a fine lavoro. Prima facevo l’impiegata, al momento sto frequentando il TFA per diventare insegnante di inglese.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?

Dipende dai casi. Diciamo che prediligo il Target Oriented, ovvero cercare di creare una cosa bella e piacevole da leggere in italiano, che non crei al lettore quel senso di stranamente che ti fa percepire la presenza del testo straniero, ma senza mai “tradire” l’opera originaria, naturalmente.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?

Immagino di sì ma non mi è mai successo. Cerco sempre di organizzarmi per finire con agio.

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?

Grazie a Dio non mi è mai successo nemmeno quello. Magari qualche ritardo, ma con qualche sollecito la cosa si è risolta.

Hai mai vinto premi dedicati a i traduttori?

Sono arrivata terza a un concorso per la Harlequin, con quale ora collaboro.

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?

Giusto qualche giorno fa ho consegnato un libro per la Harlequin. Molto bello. La difficoltà è stata che è una nuova trilogia ma che fa riferimento a una saga esistente e quindi ho dovuto fare molte ricerche per mantenere le scelte del collega che aveva tradotto i primi.

Quale è il momento più bello per un traduttore?

Riuscire a rendere un bel gioco di parole o trovare un bel nome per un oggetto o un personaggio. Amo molto anche trovare i modi di dire dei personaggi.

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?

Comincio a pensare che non sia un lavoro tanto divertente contando quanto mi ci è voluto per rispondere a questa domanda… In realtà mi trovo molte volte a ridacchiare da sola mentre traduco o per pezzi divertenti del libro o per cose che credo possano far ridere solo un traduttore. Tipo aver trovato un traducente meraviglioso e poi non poterlo mettere perché nella stessa frase sei costretta a usare la stessa parola per un’altra cosa o perché si crea qualche cacofonia. Non ho un esempio sottomano, ma qualcosa del tipo che vorresti con tutto il cuore scrivere “è una ragazza sveglia” ma poi nella frase successiva devi per forza mettere “suonò la sveglia”, per dire. Lo so, non fa ridere le persone normali. Abbiate pietà.
Un’altra cosa piuttosto curiosa che mi è successa, è che ultimamente mi è capitato molto spesso di portare avanti due traduzioni contemporaneamente e sempre c’erano dei personaggi con lo stesso nome o con nomi pericolosamente simili, per cui c’erano due Sebastian che è una coincidenza curiosa ma non troppo “pericolosa”, non quanto Zoë\ Zoey e Yelena\Selena con inevitabili svarioni e ribattezzamenti vari.

Quale consiglio daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il lavoro di traduttore?

Che è il mestiere più bello del mondo ma che richiede tanti sacrifici e pone molte difficoltà. Il consiglio è di pensarci bene, ma se lo ami davvero… prova! Che poi vale per un po’ tutte le cose, temo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto completando anche il quarto libro delle cronache di Envy per Colleen. Spero, superato il tour de force del TFA di continuare a collaborare sia con lei che con la Harlequin. E un giorno magari riuscire a vivere di sole traduzioni…


Grazie mille per le vs domande.
Grazie a te per aver accettato il nostro invito.


Macey Gardella è un giovane donna figlia del suo tempo, i ruggenti anni Venti: ha il suo lavoro, il suo appartamento e le piace ballare il Charleston. Ma quando un uomo misterioso di nome Sebastian Vioget le racconta che lei appartiene a una famiglia di cacciatori di vampiri, Macey è sconvolta e stenta a crederci. Iniziano, però, a succedere una serie di fatti strani e spaventosi e Macey si trova, infine, faccia a faccia con una creatura dai canini appuntiti: così non le rimane altra scelta che credere a Sebastian. E quando viene a sapere che la sua anima dipende dalla sua volontà di unirsi alla propria famiglia e dare la caccia ai vampiri, Macey capitola e inizia a combattere. Mentre Macey impara sempre più cose sulla sua nuova vita, incontra un affascinante giornalista, Grady, che sembra sapere sui vampiri molto più di quanto dovrebbe. L’uomo però inizia a fare troppe domande e Macey è costretta a dissimulare la forte attrazione nei suoi confronti in nome della segretezza. 
Fra bar clandestini e whiskey di contrabbando, sparatorie tra gangster e padrone di casa impiccione a cui nascondere i paletti che tiene nel proprio appartamento, Macey Gardella si troverà presa in un turbine di atroce violenza, romantica passione e oscuri tradimenti... 

Max sventa una trama è un racconto breve (di circa 30 pagine) che si svolge dopo la fine di Il bacio del vampiro il quinto romanzo della serie L'eredità dei Gardella.
Quent Fielding aveva tutto: i soldi, il potere, le donne, la bellezza… finché lui e i suoi amici non sono rimasti sospesi nel tempo per cinquant’anni. Ora Quent è solo, perso in quella rigogliosa giungla urbana che è il nuovo mondo. Eppure la vera sfida non sono gli zombie, gli animali selvatici o le tecniche di sopravvivenza, ma domare Zoe Kapoor, sfuggente, sboccata e bellissima cacciatrice di zombie.



INTERVISTA A CURA DI SHANMEI

mercoledì 15 aprile 2015

TRADUTTORI: MIRELLA BANFI

Nel lontano 19… ehm, meglio non dirlo, per mancanza di alternative appetibili, decisi (o meglio, decisero i miei genitori) che avrei frequentato una scuola di lingue un po’ particolare per l’epoca, con solo insegnanti lingua madre, dove non si perdeva tempo con la matematica, ma ci si concentrava unicamente sulle lingue, inglese, francese e tedesco tutti i sacrosanti giorni. Proibito parlare italiano in classe, pena multe pesanti per gli insegnanti. Le porte avevano un foro all'altezza dell’orecchio e l’ispettore (Herr Biller, lo ricordo ancora dopo tanti anni) camminava avanti e indietro nel corridoio, controllando che la regola fosse rispettata.
Allora non avrei pensato che cinquant'anni dopo sarei finita a tradurre romanzi per passatempo.  Nel frattempo, la mia vita è trascorsa tra traduzioni tecniche e commerciali, viaggi di lavoro, particolarmente in Medio Oriente e Nord Africa e le mille incombenze di una famiglia.
Sono una delle, penso, poche donne che possono dire di aver sperimentato la vita, sia pure per i brevi periodi di un viaggio di lavoro, nell'Iran pre- e post Khomeini, dalle ragazze in jeans e maglietta alle donne con le lunghe ‘palandrane’ e la testa coperta. Patito i cinquantacinque gradi di Baghdad (ufficialmente la temperatura non superava mai i cinquantacinque gradi, pena il fermo delle attività), visto le splendide colossali statue ispirate alle Mille e una Notte volute da Saddam, e i trentadue ritratti del medesimo nell'aeroporto.
Leggo moltissimo (l’ho sempre fatto) e comprare tutti i libri che ho letto mi avrebbe gettato sul lastrico, quindi, ricevuto in regalo da mio figlio il mio primo Kindle, mi sono fiondata sull'enorme quantità di libri gratuiti a disposizione in inglese. Tra tante bufale e tentativi pietosi, si trovano anche parecchie perle.
Ho cominciato a tradurre libri una volta in pensione, dopo il classico periodo di adattamento in cui ci si butta sul bricolage, il découpage e attività varie per riempire il troppo tempo improvvisamente a disposizione. Avevo letto una serie di libri di T.M. Nielsen, un’autrice americana, su un mitico popolo simil-vampiro, che mi aveva divertito. È un’autrice indie, i primi libri erano gratuiti e i successivi costavano pochissimo, quindi, contattarla e proporle di tradurre gratuitamente i suoi libri non ha comportato difficoltà, eccetto per il suo uso un po’ eccessivo dei verbi onomatopeici (quanti gasp!) intraducibili se non con una perifrasi. D’accordo con lei ne ho drasticamente ridotto il numero. I lettori italiani che mi contattavano per ringraziarmi (o per lamentarsi dei tanti refusi che i libri contenevano—non è facile correggere se stessi) mi hanno invogliato a continuare a tradurre una volta finita la serie.
Ho cambiato genere, dopo aver letto un libro, sempre pubblicato da un’autrice indie, questa volta australiana, Lucinda Brant, anch'esso trovato tra quelli offerti gratuitamente. Tutt'altro stile di scrittura, molto più sofisticato, con periodi particolarmente lunghi (inusuali) e ambientazione molto curata, a metà millesettecento.
Finiti tutti i libri di questa scrittrice, sono passata a un’altra autrice, questa volta americana, Lauren Royal, di cui ho tradotto una lunga serie di libri che, in inglese e in tedesco, erano stati pubblicati a suo tempo dalla Penguin. L’autrice è tornata in possesso dei diritti di pubblicazione e i libri sono entrati nel circuito indie. Anche in questo caso sono partita dal primo libro gratuito, ambientato nel milleseicento e, visto che mi era piaciuto, mi sono offerta di tradurlo. Sto facendo la revisione del nono libro della saga, questo ambientato agli inizi del milleottocento, e nel frattempo traducendo il decimo.
Tra un libro e l’altro di Lauren Royal, ho infilato la traduzione di un epistolario che Lucinda Brant ha appena pubblicato in inglese, tra i personaggi della saga, che ho trovato particolarmente interessante. Ora sto approfittando di parenti, amiche e lettrici (specialmente di quelle che si erano lamentate dei refusi), per correggere la bozza prima di inviare il file all'autrice per la pubblicazione.
Passo qualche ora al giorno davanti al computer e traduco piuttosto velocemente, ciò che richiede più tempo è la revisione, ‘l’italianizzazione’ della traduzione e la correzione. Tanti passaggi e, alla fine, qualche refuso rimane… In media, tre mesi per un libro di dimensioni normali, circa 300 – 350 pagine.

Un bel modo per tenere il cervello in esercizio…

Ecco alcuni dei titoli tradotti:

Quando il Conte di Salt Hendon sposa Jane Despard, figlia di un signorotto di campagna, la Società inorridisce. Ma Jane e Lord Salt hanno in comune un passato di sfiducia, angoscia e tristezza. Quattro anni dopo, sono costretti a un matrimonio che nessuno dei due desidera; il Conte per onorare il desiderio di un uomo morente; Jane per salvare il fratellastro dalla rovina finanziaria. Bella dentro e fuori, la paziente e sempre ottimista Jane crede che l'amore possa vincere su tutto; ci vorrà un po' di più per convincere il Conte. Entra in scena Diana St. John, che è vissuta in un paradiso artificiale credendo di poter diventare un giorno Contessa di Salt Hendon. Si spingerà oltre i limiti, fino all'omicidio, per ottenere l'attenzione del Conte. Riusciranno i novelli sposi a superare i pregiudizi del passato e la sinistra opposizione e a innamorarsi da capo?


Francia e Inghilterra in un’era di edonismo e illuminismo. 
Una bellezza dagli occhi verdi viene abbandonata alla Corte di Versailles. 
Il rapace Comte de Salvan sta complottando la sua seduzione. 
Un avversario onnipotente la rapisce e la porta al sicuro. 
Ma è un nobile salvatore o un abbietto satiro? 





Due nobili adolescenti vengono uniti in matrimonio contro la loro volontà. 
Drogata, Deb non ha nessun ricordo dell'avvenimento. 
Caduto in disgrazia, Julian è bandito sul Continente. 
Nove anni dopo, Deb si innamora di un duellante ferito, 
per scoprire solo dopo che è suo marito, ritornato in incognito! 
Riuscirà Deb a perdonare il crudele inganno? 
Il loro matrimonio riuscirà a sopravvivere oltre la seduzione? 
Nel frattempo, la nemesi di Julian complotta per distruggere entrambi. 
Ambientato nel mondo opulento dell'aristocrazia del diciottesimo secolo e ispirato a eventi reali, Matrimonio di Mezzanotte è il secondo libro, che si può leggere indipendentemente dagli altri, dell'apprezzata saga della famiglia Roxton. Con la sua prosa arguta e una vasta tavolozza di dettagli storici, Lucinda Brant ci regala un'altra sontuosa esperienza nel diciottesimo secolo nel suo stile peculiare: drammi strappalacrime e lieto fine.

Le dimensioni sono nel caos, la magia è illegale l’acqua un bene prezioso. Kyrin è in fuga dalla legge. E’ stata condannata a morte perché usa la magia e gli Shadowmere cui è sfuggita le danno la caccia, per usarla come arma. Saltare da una dimensione all’altra è l’unica cosa che la tiene in vita. 
Sul punto di essere catturata dagli Shadowmere, Kyrin inciampa in una dimensione che non soffre la siccità e che sembra fuori dalla portata dell’ira dei Consorzi. In questa dimensione Kyrin trova gente innocente dei mali dell’universo e inconsapevole dei mondi che la circondano. 
Lord Alric governa sul suo regno da quindici anni, sotto la guida del loro dio, Sithias. Prima del suo tempo, le divinità avevano combattuto e avevano sradicato il male da quelle terre. Finché non è arrivata Kyrin, Alric non aveva nemmeno mai pensato che il male potesse essere ancora tra di loro o che l’uso della magia, considerato estinto da tempo, potesse tornare.

Daemionis obbliga Kyrin a restare a Paragoy, ma solo dopo averla mandata a compiere una missione pericolosa per recuperare il ricercatissimo sigillo di Carathis. Mentre è lontana, Kyrin si fa amica una creatura che minaccia di sconvolgere la vita pacifica nel castello di Valhara. 
Finn si rende conto che i Cavalieri provano del risentimento nei confronti di Kyrin, un Evil, una creatura malvagia, e sentendosi in debito con lei, si impegna ad assicurarsi che la trattino come una nobile, cominciando a capire che sarà un compito più difficile del previsto. 
Alric si sforza di capire perché Kyrin resti fedele a Daemionis. Quando temono che stia per cambiare dimensione per sempre lui e Sithias cercano di trovare un modo per tenerla a Paragoy. Altri nobili vengono coinvolti nel conflitto e Alric teme che la situazione diventi troppo complicata perché Kyrin possa affrontarla.

Heku segue la vita di Emily, proprietaria di un ranch nel Montana, e Chevalier, membro di una specie che si nutre di sangue, gli heku. Quando entrerete nel mondo degli heku, una società militaristica intrecciata con quella degli umani, scoprirete un lato più tenero del duro Giustiziere, mentre aiuta Emily a venire a patti con il suo sorprendente retaggio e a trovare la sua strada nel mondo degli immortali.






Valle, il secondo libro della serie Heku, segue Chevalier ed Emily nei suoi sforzi di integrarsi nella specie. Scoprirà nuove cose sul loro lontano e problematico passato e si troverà a faccia a faccia con un fazione intelligente, ma feroce, i Valle, che lotteranno per prendere il controllo dell’ultima erede Winchester e faranno di tutto per catturarla, anche se significherà uccidere quelli che le sono cari. 
Un cambio improvviso nella politica della fazione degli Equites minaccerà di mettere Chevalier in una posizione di potere ma anche di distruggere la sua relazione con Emily. 
Il passato violento degli heku perseguiterà Emily che comincerà a chiedersi quanto sia pericolosa per lei la sua alleanza con gli Equites ma anche quale pericolo rappresenti lei stessa per loro. 
Un compito affidatole dagli Anziani Equites alla fine le darà un senso di appartenenza e comincerà il lungo processo di integrazione nel mondo misterioso degli Heku.

Londra, 1666 
Amethyst Goldsmith fabbrica gioielli favolosi, ma il suo futuro non è brillante come i pezzi che crea. Anche se la tradizione dice che deve sposare l’apprendista di suo padre, il suo cuore si ribella a questa unione. Pochi giorni, e Amy sarà condannata a un matrimonio opprimente, senza amore e non vede via d’uscita, finché il terribile incendio del 1666 devasta Londra e la tragedia la fa finire tra le braccia di un affascinante aristocratico che sa riconoscere un diamante grezzo quando lo vede... 
Colin Chase, il Conte di Greystone, ha già programmato tutto il suo futuro. Sta cercando di riportare all’antica gloria il suo castello in rovina e la sua tenuta, e la chiave di tutto è la sua futura, ricchissima, sposa. Ma il Grande Incendio scombina i suoi piani, scaricandogli addosso un grosso problema, nella persona della figlia di un umile mercante, della quale, purtroppo, si innamora...

Inghilterra e Scozia, 1667 
Jason Chase, Marchese di Cainewood, è deciso a consegnare alla giustizia un criminale quando incontra uno sfortunato ragazzo scozzese. Quando il ragazzo si rivela essere una bella ragazza scozzese, si rende conto che deve trattarsi della famigerata cacciatrice di taglie, Emerald MacCallum. Convinto che stiano entrambi dando la caccia allo stesso uomo e che la vita della donna potrebbe essere in pericolo, Jason decide di tenere Emerald accanto a sé… 
Secondo Caithren Leslie, è meglio stare il più possibile alla larga dall’attraente ma dispotico inglese. Caithren sta cercando il suo capriccioso fratello, ma Jason non permetterà che una cosuccia come la verità interferisca con la sua assurda convinzione che lei abbia assunto una falsa identità. Consapevole dei rischi del viaggio, Cait, sia pure riluttante, accetta la sua protezione. Finché, cioè, non comincia a sospettare che la sfiducia potrebbe non essere l’unico sentimento tra di loro… e che la loro ricerca di giustizia potrebbe rivelarsi una ricerca dell’amore…

PROSSIMAMENTE

Inghilterra, 1815

La maggiore di tre sorelle, lady Alexandra ha sempre fatto ciò che ci si aspettava da lei. Ma quando l’uomo che ama da quand’era una ragazza ritorna dopo un lungo periodo all’estero, si ritrova a sperare che il gentiluomo perbene che suo fratello ha scelto per lei non la chieda in moglie. Decide che, se lo farà, dovrà respingerlo in maniera poco appropriata—cioè, finché l’uomo in cui ripone le sue speranze e i suoi sogni la informa che non ha intenzione di sposarla.

L’ultima volta che Tristan Nesbitt ha visto Alexandra, era un uomo comune, senza alcuna speranza di poter un giorno sposare la figlia di un marchese. Sette anni dopo, è Lord Hawkridge, e questo dovrebbe renderlo perfettamente adatto alla donna che aveva catturato il suo cuore tanto tempo prima. Ma un orribile scandalo ha macchiato il suo nome in Inghilterra—uno scandalo così orrendo che sposarla non rovinerebbe solo l’impeccabile reputazione di Alexandra, ma quella della sua intera famiglia. Per il bene di Alexandra, dovrà combattere il suo inarrestabile desiderio e restare lontano…

venerdì 10 aprile 2015

INTERVISTA A DAVIDE MANA

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che lo scrittore Davide Mana ha rilasciato alla nostra Shanmei.


  • Blogger,  autore indie e pubblicato con editori tradizionali (Acheron Books) per lo più di genere fantastico, autore di articoli scientifici sia in Italia che a livello internazionale, paleontologo, insegnante, ricercatore universitario e traduttore, Davide Mana è uno spirito poliedrico, cosmopolita, curioso. E’ questo il segreto per affrontare gli interessanti anni che ci aspettano?

Non lo so. Lo spero.
Certo il fatto che io abbia indossato tanti cappelli professionali diversi non è frutto di un progetto o di un piano preciso ma, da una parte, dall'essere sempre stato molto curioso, e dall'altra dell'aver dovuto affrontare le necessità e i mutamenti, adattandomi.
Riuscirò a sopravvivere continuando a giocare a rimpiattino a questo modo? Non lo so.
Certo, credo che curiosità e competenze non siano mai sprecate.



  • Per Acheron Books hai pubblicato The Ministry of Thunder, un fantasy vintage, ambientato a Shanghai negli anni '30, parlaci del libro e della tua casa editrice, piuttosto speciale.

The Ministry of Thunder è un romanzo avventuroso con elementi fantastici mutuati dal folklore e dalla tradizione cinesi, e ispirato – almeno in prima battuta – da eventi storici reali. Quindi lo si potrebbe fiscalizzare come un fantasy storico – così come le storie di indiana Jones possono essere fantasy storico. Nel romanzo, un avventuriero italiano, Felice Sabatini, reduce da una malaugurata (e ben reale) spedizione militare italiana in Cina, viene coinvolto in una caccia al tesoro che si rivela molto più complicata e insolita del previsto. Ci sono donne affascinanti, avversari di una malvagità inenarrabile, spettri spiriti e altre stranezze, e sullo sfondo a muovere i fili, il fantomatico (letteralmente) Ministero del Tuono e delle Tempeste. Riuscirà il nostro eroe a salvare il mondo, conquistare la bella (che non è che abbia granché voglia di farsi conquistare) e a portare a casa la pelle?
Il romanzo è stato pubblicato da Acheron Books, una italianissima casa editrice che pubblica in lingua inglese autori italiani per il mercato internazionale, specializzandosi nel fantastico. Si tratta di una impresa coraggiosa e benemerita, che risponde ad un reale interesse del pubblico là fuori per ciò che noi facciamo qui nel nostro paese. Lavorare con Acheron è stato un vero piacere e un divertimento (per me, non so quanto lo sia stato per loro) e si è rivelato una opportunità preziosa. Al di là del mio personale coinvolgimento nel progetto, spero davvero che Acheron abbia successo, perché è esattamente ciò di cui la narrativa di genere italiana ha bisogno: poterraggiungere un pubblico vasto e interessato.


  • Sei fondamentalmente un autore indie di narrativa fantastica, autopubblichi ormai da alcuni anni su Amazon con un buon successo e un nutrito gruppo di lettori che ti segue. Quali sono le doti principali degli autori indie?

Credo che valga l'osservazione del guru americano Guy Kawasaki: uno scrittore autoprodotto è un artigiano, ed  è in realtà un autore, un editore e un imprenditore allo stesso tempo. È perciò necessario ragionare e lavorare per soddisfare tutti e tre i ruoli. È necessario prepararsi, ed è indispensabile avere dei collaboratori validi. Troppo spesso si è tentati di pensare che la scrittura sia tutto ciò che serve. E certo la scrittura è un aspetto indispensabile, ma ci sono altri fattori, altri lavori, che devono essere sviluppati in parallelo alla scrittura. È necessario osservare il mercato ma non farsene condizionare, è necessario curare la qualità del prodotto finito. È necessario curare il marketing e la comunicazione. È una montagna di lavoro, per il quale ci si prepara come ci si prepara per qualunque altro lavoro. Si legge, ci si informa, si scambiano idee coi colleghi, si fanno esperimenti. E intanto si continua a scrivere.

  • Noti ancora in Italia una certa discriminazione verso gli autori indie? E all’estero?

C'è una forte discriminazione, in Italia, e spesso gli autori sono i peggiori nemici di se stessi: molti credono di poter fare a meno del lavoro a cui accennavo nella risposta precedente, e buttano sul mercato prodotti che giustificano ampiamente i pregiudizi di molti. Accoppiando questo a un mercato piccolo e fragile si ottiene la ricetta del disastro. Aggiungiamo qualche raro individuo meno che scrupoloso, ed il panorama diventa desolante. All'estero, per contro, pare che i pregiudizi si stiano ridimensionando – in ogni genere esiste una vasta categoria di autori a credibilità zero e oggetto di ridicolo (penso al peraltro leggendario Chuck Tingle), ma chi lavora con coscienza e cura viene solitamente premiato da un pubblico più vasto e, forse, più attento.

  • La tua attività di traduttore e la tua ottima conoscenza dell’inglese, ti hanno permesso di scrivere direttamente in questa lingua, per chi non fosse capace, consigli di aprirsi al mercato internazionale facendo tradurre i propri testi?

Credo possa essere una strategia interessante – il bacino di potenziali lettori è molto più vasto e ricettivo. Certo, la competizione è ferocissima, ma è anche sostanzialmente corretta. La qualità, insomma, può emergere.

  • Alcuni autori per lo più all’estero avviano campagne di crowdfunding per mantenersi mentre scrivono, per far tradurre i propri testi, per stampare numeri limitati di libri. E in Italia?

In Italia il pubblico è molto diffidente – partecipare a un crowdfunding viene percepito da troppi coe “pagare per niente”. Credo che difficilmente da noi un blogger o uno scrittore potrebbero mantenersi con Patreon, come molti riescono invece a fare all'estero, ed esiste una lista piuttosto lunga e triste di progetti italiani meritevolissimi per i quali i crowdfunding sono falliti in maniera spettacolare. Ancora una volta, se un autore italiano dovesse puntare a un crowdfunding, forse gli converrebbe rivolgersi al mercato internazionale.

  • Hai mai prodotto un audiolibro? Con la voce giusta ti piacerebbe?

Amo molto i vecchi radiodrammi, e quindi l'idea di un audiobook mi attira da sempre. Tocca naturalmente ripetere il solito ritornello: non so in Italia quanto mercato possano avere gli audiobook (nel senso che davvero non ho dati a riguardo), e quindi non saprei quali potrebbero essere i costi e i ritorni. Certo, a livello puramente emotivo, mi piacerebbe molto, e credo che la voce giusta potrebbe aggiungere valore alla storia.

  • Esistono book trailer dei tuoi libri? Ti sei affidato a professionisti per produrli?

No, non esistono book trailer dei miei lavori, per il semplice fatto che ho sempre usato altri strumenti promozionali. Ci ho pensato spesso, ma si tratta di un tipo di lavoro per il quale è assolutamente indispensabile appoggiarsi a persone competenti, e finora non ho mai avuto la possibilità di investire il tempo e il denaro necessari per fare un buon book trailer.

  • L’importanza di trovare il giusto editor, adatto alla propria voce narrativa, è un passo fondamentale, spesso sottostimato. Penso, caso emblematico a Gordon Lish/ Raymond Carver. Come ti orienti per cercare il tuo editor?

Sono stato fortunato. Ho lavorato spesso con ottimi editor (in Acheron e in ProSe, ad esempio, con GG Studio, o prima ancora, per McFarland e per Chaosium) e ho la possibilità di lavorare con due ottime professioniste indipendenti quando preparo i miei lavori auto-prodotti. Con le mie due editrix l'incontro è avvenuto attraverso la lettura dei loro lavori, e poi con la frequentazione e lo scambio di idee. È indispensabile riconoscere una certa affinità. La chiave è, io credo, avviare un dialogo, e rispettare le competenze di ciascuno. Ci possono essere casi nei quali si dissente profondamente con l'opinione dell'editor, e tuttavia è necessario comunque prenderla in considerazione, e sfruttarla come una opportunità di crescita. 


  • Hai mai pensato di trasformare The Ministry of Thunder in un graphic novel? Quali disegnatori sceglieresti?

Potrebbe essere una evoluzione interessante. Alla voce disegnatori, credo che l'uomo adatto sarebbe probabilmente Mark Schultz, l'artista di “Xenozoic Tales”, che ha la giusta miscela di stile retrò, dinamica ed eleganza. Se devo sognare, credo valga la pena sognare in grande.

  • Grazie della disponibilità Davide, chiuderei questa intervista chiedendoti notizie sui tuoi progetti per il futuro.

Al momento sto cercando di finire un nuovo romanzo per Acheron, che devo tassativamente consegnare al mio editor entro pochi giorni ed è ancora in alto mare – il che è abbastanza ragionevole, visto che è una storia di fantascienza ambientata sotto la superficie del mare Mediterraneo.
Contemporaneamente sto lavorando su GreyWorld, un grosso progetto trans mediatico che unisce narrativa, web, grafica e gioco di ruolo, e che probabilmente vedrà la luce fra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016 con GG Studio e Savage Worlds Italia – anche se abbiamo in programma anticipazioni e teaser nei mesi a venire. 
Ci sono poi un po' di racconti che spero di piazzare su alcune riviste di lingua inglese, e un paio di altre idee che sono ancora così nebulose e vaghe che, parlandone, temo possano dissiparsi e scomparire, quindi taccio.
C'è molto di cui scrivere, insomma. Il trucco è imparare a gestire i tempi.
Spero di impararlo, prima o poi.


Grazie per questa intervista, e grazie a tutti coloro che la vorranno leggere! D.

INTERVISTA A CURA DI SHANMEI