martedì 28 aprile 2015

INTERVISTA A IRENE MONTANELLI

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice Irene Montanelli ha rilasciato alla nostra Shanmei.

Benvenuta Irene, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.

Mi sono laureata in lingue (inglese e tedesco) presso l’università di Pisa con laurea specialistica in traduzione e poi ho frequentato un corso a Misano  Adriatico sempre sulla traduzione letteraria.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?

Credo sia nato sui banchi del liceo, grazie alle versioni di latino. E naturalmente dalla passione per la lettura e la scrittura. Un traduttore, secondo me, è un po’ un super-lettore e un po’ uno scrittore con poche idee...

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo testo che hai tradotto?

Il mio primissimo lavoro editoriale fu una raccolta di monologhi shakespeariani cui lavorai con una compagna di studi come tirocinio per l’università e in cui traducemmo il paratesto e selezionammo le traduzioni d’autore per i monologhi. Poi continuai a lavorare per quella stessa casa editrice con dei testi divulgativi dal tedesco. Il mio primo romanzo fu “Un misero 18” di Chetan Bhagat che “vinsi” durante il corso di Misano.

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?

Per case editrici e privati e qualche volta per l’agenzia di un mio amico.

Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

In realtà sono loro, anzi, è stata lei, Colleen Gleason che ha scelto me. In realtà aveva contattato una mia “maestra” che però aveva altri progetti e quindi le ha fatto il mio nome. Per Colleen ho tradotto prima un racconto destinato alla sola pubblicazione online, poi ci siamo piaciute e ora sto per consegnarle il terzo romanzo. Il primo che ho tradotto è il primo di una nuova saga legata a quella dei Gardella (Caccia di mezzanotte), gli altri due (La notte dell’abbandono e La notte dell’inganno) appartengono alle Cronache di Envy, saga che in Italia era stata interrotta. Onestamente non conoscevo le opere della Gleason ma amo il genere e trovo il suo stile molto nelle mie corde, quindi spero che la collaborazione continui e che le lettrici apprezzino il nostro sforzo. C'è poi una cosa che vorrei aggiungere e che in tutto ciò è il mio unico cruccio… cioè che è difficile trovare buoni revisori e che per quante volte io rilegga e ricontrolli, spesso il libro ha dei refusi, anche perché chi stampa (fisicamente o in digitale) spesso non è italiano. Mi consola in parte che spesso anche le Case editrici fanno dei bei pastrocchi, ma sono perfezionista di natura e mi dispiace. Quello che manca rispetto alla Casa editrice è la fase di revisione e pubblicazione ben fatta... ma non è un traguardo irraggiungibile.

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?

Come ho già detto l’idea è venuta da lei, che già lavorava così in altri Paesi (anche grazie a piattaforme come Elance).

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?

Credo dipenda molto dal pubblico. Ovviamente il self-publishing ha meno mezzi per pubblicizzare e diffondere le opere e sta più all’utente di “andarselo a cercare”… è possibile che in futuro il modo di cercare e scegliere i libri cambi, o forse sta già cambiando, ma credo proprio che dipenda dal pubblico.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?

Non essendo il mio unico lavoro, di solito c impiego circa tre mesi. Lavorandoci full time anche meno, credo.

Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?

Ahimè non è facile vivere di traduzione! Un po’ perché non è facile entrarci, un po’ perché lavorando a progetti la continuità è sempre più ufficiosa che ufficiale, un po’ perché, spesso, pagano poco e male. Anche se, in questo, devo dire che Colleen è meglio di molte CE perché paga in itinere anziché a fine lavoro. Prima facevo l’impiegata, al momento sto frequentando il TFA per diventare insegnante di inglese.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?

Dipende dai casi. Diciamo che prediligo il Target Oriented, ovvero cercare di creare una cosa bella e piacevole da leggere in italiano, che non crei al lettore quel senso di stranamente che ti fa percepire la presenza del testo straniero, ma senza mai “tradire” l’opera originaria, naturalmente.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?

Immagino di sì ma non mi è mai successo. Cerco sempre di organizzarmi per finire con agio.

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?

Grazie a Dio non mi è mai successo nemmeno quello. Magari qualche ritardo, ma con qualche sollecito la cosa si è risolta.

Hai mai vinto premi dedicati a i traduttori?

Sono arrivata terza a un concorso per la Harlequin, con quale ora collaboro.

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?

Giusto qualche giorno fa ho consegnato un libro per la Harlequin. Molto bello. La difficoltà è stata che è una nuova trilogia ma che fa riferimento a una saga esistente e quindi ho dovuto fare molte ricerche per mantenere le scelte del collega che aveva tradotto i primi.

Quale è il momento più bello per un traduttore?

Riuscire a rendere un bel gioco di parole o trovare un bel nome per un oggetto o un personaggio. Amo molto anche trovare i modi di dire dei personaggi.

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?

Comincio a pensare che non sia un lavoro tanto divertente contando quanto mi ci è voluto per rispondere a questa domanda… In realtà mi trovo molte volte a ridacchiare da sola mentre traduco o per pezzi divertenti del libro o per cose che credo possano far ridere solo un traduttore. Tipo aver trovato un traducente meraviglioso e poi non poterlo mettere perché nella stessa frase sei costretta a usare la stessa parola per un’altra cosa o perché si crea qualche cacofonia. Non ho un esempio sottomano, ma qualcosa del tipo che vorresti con tutto il cuore scrivere “è una ragazza sveglia” ma poi nella frase successiva devi per forza mettere “suonò la sveglia”, per dire. Lo so, non fa ridere le persone normali. Abbiate pietà.
Un’altra cosa piuttosto curiosa che mi è successa, è che ultimamente mi è capitato molto spesso di portare avanti due traduzioni contemporaneamente e sempre c’erano dei personaggi con lo stesso nome o con nomi pericolosamente simili, per cui c’erano due Sebastian che è una coincidenza curiosa ma non troppo “pericolosa”, non quanto Zoë\ Zoey e Yelena\Selena con inevitabili svarioni e ribattezzamenti vari.

Quale consiglio daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il lavoro di traduttore?

Che è il mestiere più bello del mondo ma che richiede tanti sacrifici e pone molte difficoltà. Il consiglio è di pensarci bene, ma se lo ami davvero… prova! Che poi vale per un po’ tutte le cose, temo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto completando anche il quarto libro delle cronache di Envy per Colleen. Spero, superato il tour de force del TFA di continuare a collaborare sia con lei che con la Harlequin. E un giorno magari riuscire a vivere di sole traduzioni…


Grazie mille per le vs domande.
Grazie a te per aver accettato il nostro invito.


Macey Gardella è un giovane donna figlia del suo tempo, i ruggenti anni Venti: ha il suo lavoro, il suo appartamento e le piace ballare il Charleston. Ma quando un uomo misterioso di nome Sebastian Vioget le racconta che lei appartiene a una famiglia di cacciatori di vampiri, Macey è sconvolta e stenta a crederci. Iniziano, però, a succedere una serie di fatti strani e spaventosi e Macey si trova, infine, faccia a faccia con una creatura dai canini appuntiti: così non le rimane altra scelta che credere a Sebastian. E quando viene a sapere che la sua anima dipende dalla sua volontà di unirsi alla propria famiglia e dare la caccia ai vampiri, Macey capitola e inizia a combattere. Mentre Macey impara sempre più cose sulla sua nuova vita, incontra un affascinante giornalista, Grady, che sembra sapere sui vampiri molto più di quanto dovrebbe. L’uomo però inizia a fare troppe domande e Macey è costretta a dissimulare la forte attrazione nei suoi confronti in nome della segretezza. 
Fra bar clandestini e whiskey di contrabbando, sparatorie tra gangster e padrone di casa impiccione a cui nascondere i paletti che tiene nel proprio appartamento, Macey Gardella si troverà presa in un turbine di atroce violenza, romantica passione e oscuri tradimenti... 

Max sventa una trama è un racconto breve (di circa 30 pagine) che si svolge dopo la fine di Il bacio del vampiro il quinto romanzo della serie L'eredità dei Gardella.
Quent Fielding aveva tutto: i soldi, il potere, le donne, la bellezza… finché lui e i suoi amici non sono rimasti sospesi nel tempo per cinquant’anni. Ora Quent è solo, perso in quella rigogliosa giungla urbana che è il nuovo mondo. Eppure la vera sfida non sono gli zombie, gli animali selvatici o le tecniche di sopravvivenza, ma domare Zoe Kapoor, sfuggente, sboccata e bellissima cacciatrice di zombie.



INTERVISTA A CURA DI SHANMEI

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