mercoledì 23 settembre 2015

INTERVISTA A MARTINA NEALLI

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice Martina Nealli ha rilasciato alla nostra Shanmei.

Benvenuta Martina, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.
Grazie per il benvenuto e grazie per questa intervista!
Sono una laureanda in lingue (magistrale). Un po’ tardona.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?
Non so se si può parlare d’amore :-P
Ho cominciato per puro caso, a livello amatoriale, semplicemente perché c’erano testi in inglese che io capivo (più o meno…) e altra gente che voleva leggerli ma non sapeva l’inglese. Io potevo fare da mediatore.

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo testo che hai tradotto?
Se escludiamo le traduzioni scolastiche… il primo testo che ho tradotto dev’essere stato un fumetto o una canzone (vedi domanda precedente). Il lavoro retribuito è cominciato per caso, rispondendo a un annuncio in cui nemmeno io credevo. Non pensavo che avrei continuato, era più un gioco, una sfida… La prima traduzione per cui sono stata pagata è Dentro o fuori di KC Burn, per la Dreamspinner Press. Non ho il coraggio di rileggerla…

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?
Solo per case editrici straniere.

Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

In realtà sono stati gli autori a trovare me. La prima autrice self-publishing per cui ho lavorato è stata Patricia Logan, e fu una mia collega (che aveva in carico le sue traduzioni ma non poteva più occuparsene) a presentarci. Da allora sono stata contattata da altre due autrici, KC Wells e AJ Llewellyn, e ho accettato con piacere di aiutarle.
Solo dall’inizio di quest’anno (2015) ho cominciato a propormi io stessa ad altri autori… fra cui Heidi Cullinan. Nowhere Ranch è da sempre uno dei miei gay romance preferiti. Quando ho visto che stava uscendo come nuova edizione self… non ho saputo resistere alla tentazione!

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?
Le volte in cui l’affare è andato in porto, non ho avuto difficoltà. Però ci sono stati casi di proposte a cui non ho ricevuto risposta, quindi di sicuro non ho convinto tutti :-)
Penso che molti autori non abbiano i mezzi o non vogliano rischiare di pagare per una traduzione che potrebbe non vendere.

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?
Spero che gli editori rimangano il perno dell’editoria, e questo lo dico da lettrice e a discapito del mio lavoro (che al momento si svolge al 90% con autori self-publishing). I vantaggi sono due. Non solo l’editore screma (o dovrebbe scremare) le opere migliori, le revisiona eccetera, ma le seleziona anche… in base al proprio gusto. E questa è una cosa impagabile, in un mondo con sempre più autori che lettori. Da lettrice, ho alcune case editrici (sia straniere che nostrane) che seguo con fiducia totale: posso acquistare qualsiasi opera pubblichino, sicura che non resterò delusa. È come avere qualcuno che mi consiglia e non sbaglia mai.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?
Per me dipende, oltre che dalla lunghezza, dallo stile dell’autore e dalla mia conoscenza del medesimo. Ad esempio, in questo momento ho per le mani due romanzi: uno di media lunghezza, di un’autrice con cui lavoro da un pezzo; un altro, molto più breve, di una debuttante. Sto investendo molto più tempo nel secondo – perché è uno stile a me nuovo, devo ancora “entrarci dentro”.

Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?
Traduco e studio. Studio e traduco. È una vita estremamente noiosa, se non sei nella mia testa.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?
È una domanda che si sente spesso, ma che secondo me è posta male. Ci sono casi in cui si deve tradurre letteralmente, e altri in cui non si può. Penso/spero di fare la cosa giusta al momento giusto.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?
Finora ho lavorato solo una volta con un contratto che prevedeva penali, ma non ci sono incorsa (la penale era semplicemente la riassegnazione del progetto, con perdita del lavoro svolto fino a quel punto). Mi è capitato di dover chiedere più tempo una volta resami conto che la mole del progetto era diversa da quella preventivata, ma non è mai stato un problema. L’unica volta in cui ho davvero sforato una consegna è stato per una vera emergenza, e l’autrice in questione si è dimostrata comprensibilissima.

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?
È davvero un tasto dolente. In realtà dovrebbe tutelarmi il contratto, ma chi è quel traduttore che denuncia l’autore/editore moroso – specie se straniero? Finora sono stata fortunata, anche se i ritardi sono all'ordine del giorno.

Hai mai vinto premi dedicati a i traduttori?
No… esistono premi?

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?
Ho appena ultimato una traduzione per KC Wells in cui si parla di rugby, e non essendo fan dello sport, la difficoltà maggiore è stata trovare il lessico giusto (e a volte capire cosa succedeva in campo). Le ricerche di questo tipo, legate al contenuto del libro, sono quelle che mi snervano di più: ricordo una traduzione per cui dovetti studiare, tutto insieme: poker (sotto con le partite in tv – una noia mortale), alpinismo, immersioni. Se ci penso mi viene ancora voglia di buttare il libro a mare.

Quale è il momento più bello per un traduttore?
Quando entri nello stile, capisci la chiave di lettura linguistica, e la traduzione inizia a scriversi praticamente da sola.… E la mattina dopo la consegna. Quando ti svegli tutto masticato, con le occhiaie e il mal di testa, e ti metti a ripulire la scrivania dalle tazze vuote, gli insetti spiaccicati, i post-it… e sei intontito, ma ti senti anche leggerissimo.

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?
La cosa più bizzarra legata al mio lavoro è la mia cronologia di Google. Traduco quasi tutti libri con contenuti espliciti. Spesso sadomaso. E a volte le descrizioni che trovo sono confuse (o inesistenti) e allora devo passare a Google Immagini. Ho visto cose che…

Quale consiglio daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il lavoro di traduttore?
Traduci tanto (all'inizio per passione, senza aspettarti niente in cambio) e non smettere mai di leggere in italiano. Leggere in lingua è una componente importante (per imparare a “sentire” il testo), ma l’italiano è fondamentale.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Tradurre un sacco! E trovare lavoro con editori italiani. Il self-publishing mi piace, ma mi manca il feedback…

L’amore cresce nelle crepe rimaste aperte.
Se c’è una cosa che a Roe Davis, bracciante e figlio di fattori, proprio non va a genio, è mischiare il lavoro col piacere. Peccato che poi si imbatta nel suo capo, Travis Loving, nell’unico locale gay nel raggio di duecento miglia.
Cominciare una relazione col proprietario del ranch sembra una pessima idea, ma i gusti sessuali di Roe e Travis si allineano come due assi della stessa staccionata. Forse, in fondo, possono trovare un accordo… a patto che sia chiaro a entrambi che si tratta solo di sesso e che non deve interferire col lavoro.
Cacciato di casa anni addietro, Roe è sopravvissuto spostandosi da un luogo all’altro e rifiutandosi di mettere radici. Quando la storia con Travis comincia a travalicare i confini del puro e semplice sesso, il giovane dovrà fare i conti col passato che minaccia quel flebile raggio di felicità, ricordandogli che è tempo di tagliare i ponti e andarsene per la sua strada.
Ma anche il più solitario dei lupi può patire la solitudine, e ormai Roe incomincia a capire che non serve darsi alla fuga: la vergogna e il dolore per quello che ha perduto lo seguiranno ovunque, finché non sarà pronto ad ammettere che anche l’amore può essere una casa…

Seguito di Luci e ombre 
Serie Armi & bagagli, Libro 5 
Abbandonato a Baltimora dal suo imprevedibile partner, l’agente speciale Zane Garrett non trova di meglio che sfogare la rabbia su qualunque cosa incontri sul proprio cammino – finché non gli viene ordinato di recarsi a Chicago per assistere un collega durante un’operazione sotto copertura. L’ultima cosa che si aspetta è di trovarvi proprio il partner fuggitivo, l’agente speciale Ty Grady. La missione per cui sono stati inviati, ossia recuperare un informatore ed ex-agente della CIA di nome Julian Cross, si prospetta improvvisamente più difficile. 
Ex-marine e uomo chiave del Bureau, Ty ha un debole per i tiri mancini – tratto su cui Zane può ampiamente testimoniare. Reduce da un passato tormentato, Zane viveva solo per il lavoro, ma finalmente sta iniziando a comprendere che i lutti di un tempo non devono necessariamente gettare ombra sul futuro. I due uomini sono compagni di squadra, amici, amanti, nonché la scelta perfetta per quel genere di lavoretti insoliti. Ora, con al seguito Cross e quell’ingenuo del suo ragazzo, Cameron Jacobs, dovranno affrontare gli ostacoli di un viaggio attraverso il paese – incluse imbarazzanti perquisizioni aeroportuali, tempeste di neve, prigionieri assai poco collaborativi, squadroni di killer della CIA, carenza estrema di sonno e caffeina… e loro stessi. Ty e Zane sono determinati a scortare Cross fino a Washington, ma cominciano a dubitare di poterne uscire vivi.

Blake non ha ancora dichiarato al mondo di essere gay, né intende farlo. Perché se suo padre lo scoprisse, potrebbe perdere tutto quello che ha conquistato a fatica durante i sei anni da amministratore delegato della Trinity Publishing, astro nascente del firmamento editoriale. Eppure, fare coming-out gli porterebbe un bel po’ di vantaggi; ad esempio, suo padre potrebbe piantarla di combinargli appuntamenti con ragazzine sciocche, viziate e arriviste. E meglio ancora, Blake potrebbe smettere di ricorrere a un servizio di escort quando desidera una notte di sesso con un ragazzo carino… 
La vita non è stata generosa con Will Parkinson, ma l’uomo sa rimettersi in piedi. Certo, al momento lavora come accompagnatore – con prestazioni speciali – per pagare i debiti contratti al college, ma la situazione ha i suoi lati positivi; vogliamo parlare dell’ultimo cliente? Blake lo ha portato in paradiso – più di una volta. Quindi immaginate come si sentirà Will nel presentarsi al colloquio per il lavoro dei suoi sogni – assistente presso una casa editrice – e scoprire che il suo nuovo capo è… proprio Blake. 
Presente quando le cose si complicano?

Gli affari del club Invitation Only, risposta texana alla clientela BDSM, vanno a gonfie vele. Il promoter, però, è sempre a caccia di eventi speciali che possano attirare nuovi iscritti; così, quando alla sua porta si presenta una sensualissima drag queen che gli propone un nuovo tipo di spettacolo, l’uomo coglie la palla al balzo. 
Micah Turner è il giovane, nervosissimo barista del club, e ultimamente ha un solo pensiero per la mente: tenere testa a Greg, il compagno violento e geloso. Tuttavia, si offre di partecipare a uno spettacolo drag per il locale, da cui sprizzeranno fuoco e fiamme… 
Ex-ranchero di indiscusso talento con la corda, Heath è il nuovo, popolarissimo Dom dell’Invitation Only. Heath non si è mai sentito attratto dagli uomini troppo effeminati, ma c’è qualcosa in Micah, sotto la grazia che dimostra en travesti, che lo attrae irrimediabilmente. Col successo della trovata di Red, il Dom dovrà decidere se farsi avanti e insegnare due o tre cosette al giovane ribelle…  

Dustin Walker non si aspetta certo che scappare dalla Donna Della Sua Vita possa condurlo fra le braccia (e nel letto) dell’Uomo Del Bar Accanto. 
La madre lo tormenta perché si risposi e smetta di fare la pecora nera – e divorziata – della famiglia; Dustin però preferisce passare il tempo libero nel bar del quartiere, specialmente fra i tavoli del biliardo, dove finisce per incontrare una persona che è l’esatto opposto della sua ex-moglie: divertente, sensibile, fedele… e maschio. 
Ma cosa significa questa relazione? Che Brandon Stewart – questo il nome dell’uomo – sia solo un sistema per superare il divorzio? Dustin ci tiene veramente a lui o lo frequenta solo perché è l’esatto opposto della sua ex-moglie? Fra confessare tutto alla sua omofoba famiglia o piantare l’uomo di cui sta cercando disperatamente di non innamorarsi, Dustin sa che presto dovrà compiere una scelta…

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