sabato 1 aprile 2017

TRADUTTORI: PAOLO COSTA

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che il traduttore Paolo Costa ha rilasciato alla nostra Shanmei.


Benvenuto Paolo, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.
Ciao, grazie a te per avermi dato la possibilità di dire la mia!
Ho iniziato il mio percorso di studi seguendo il mio amore per la letteratura e le culture straniere. Ho avuto le idee chiare sin da subito: avrei studiato lingue e letterature, con l'intenzione di lavorare come traduttore per una casa editrice, o comunque di muovermi sempre nel campo dell'editoria.
Sin dalla prima media ho studiato tre lingue (inglese, francese e spagnolo) frequentando una classe sperimentale in cui si restava a scuola anche nel pomeriggio. Da lì ho scelto di frequentare il licelo linguistico qui a Trapani, per non perdere l'abitudine di saper parlare e leggere tre lingue diverse. I cinque anni del liceo mi hanno portato a dove sono adesso: un semplice studente di Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli Studi di Palermo.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?
Be', dal momento che ho sempre avuto una strana fissazione per i libri e la letteratura straniera, posso dire che il mio amore è iniziato nel momento in cui decisi di provare a leggere i libri in lingua originale. Chiaramente, una lettura di questo tipo richiede sempre una “traduzione”, seppur mentale. Rendendomi conto che leggere in lingua era un'attività più o meno semplice per me, decisi di unirmi per poco tempo ad un gruppo di traduzioni amatoriali, poi ad un gruppo di sottotitolaggio di serie televisive o d'animazione. Infine eccomi qua, traduttore freelancer per diversi autori stranieri.

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttore? Quale è stato il primo testo che hai
tradotto?
Se parliamo di lavoro vero e proprio, ho iniziato a Luglio dello scorso anno, firmando il primo contratto su Babelcube proprio il giorno del mio esame orale di maturità.
Tornando indietro nel tempo, per quanto riguarda la traduzione amatoriale, ho cominciato nel 2015 circa traducendo per conto mio il romanzo fantasy “Uprooted” di Naomi Novak. Assieme ad un gruppo di traduzioni amatoriali, lavorai ai primi capitoli del thrille paranormale “Jackaby” di William Ritter.

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?
No, non ho mai avuto il piacere di lavorare per una CE vera e propria, nonostante i vari
tentativi di inviare il mio curriculum e farmi notare. Chissà, forse un giorno avrò anch'io la mia occasione.


Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è
nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?
Proprio così, ho deciso di tradurre per conto di autori stranieri che si sono auto-pubblicati sia in America che in Italia.
L'idea è nata leggendo diverse opinioni al riguardo su pagine e gruppi Facebook. Sentivo parlare tanto di siti come Freelancer e Babelcube, ma non ho mai prestato molta attenzione. Col tempo però, cominciai a sviluppare una certa voglia di mettermi in gioco e seguire finalmente la strada dei miei sogni. Mi sono iscritto su Babelcube e da lì è stato un attimo: ho trovato molti libri interessanti, ma quelli che ho scelto hanno catturato la mia attenzione per le recensioni positive su Goodreads e la trama accattivante. Confesso che anche una copertina affascinante ha il suo ruolo, nella scelta.
Ho tradotto “Oscure Discendenze” di A.R. Cooper e “La Leggenda degli Occhi Blu” di Kristin McMichael, nel frattempo sto lavorando anche a “Ossa e Corallo” di Tiffany Daune, vincitrice del premio Watty's Award 2016.

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?
Devo ammetterlo, prima di cominciare a tradurre e dopo aver finito la traduzione di
“Oscure Discendenze”, avevo già provato a mettermi in contatto con altri autori sia per e-mail che tramite le loro pagine Facebook. C'erano molti libri che avevano catturato il mio interesse, su Goodreads, così avevo provato ad accaparrarmi quelli per primo.
Alcuni autori sono stati veramente difficili da convincere: non avendo fiducia nei traduttori
freelancer e non conoscendo l'editoria italiana, hanno preferito tirarsi indietro e non li biasimo per questo.
Molti altri autori, invece, non avevano mai sentito parlare di questa possibilità e, incuriositi, mi hanno chiesto come funzionasse e cosa avrebbero dovuto fare. Ho apprezzato molto la loro curiosità, per me era già un grande onore aver ricevuto una risposta, positiva o negativa che fosse.

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?
Spero, in cuor mio, che l'editoria continui ad esistere e prenda la decisione di migliorare
parecchio. Qui in Italia molte cose non funzionano, per come la vedo io, ma non mi sembra
il caso di arrivare a cancellare definitivamente l'editoria italiana per fare avanzare il mondo
del self-publishing internazionale.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?
Penso che la questione del tempo sia una cosa puramente soggettiva, ma in media ci vorranno due o tre mesi per consegnare una traduzione, se non si ha altro da fare nel frattempo.
Per esperienza personale, posso dire che mi ci sono voluti quattro mesi per finire un romanzo, tra diverse pause per vacanza o per studio, mentre per un altro libro ci sono voluti soltanto due mesi di vacanze natalizie per completarlo come si deve.

Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?
No, tradurre non è un lavoro vero e proprio per me, soprattutto ora come ora. Sono uno studente e sono disoccupato, anche se spesso ho lavorato in diversi ristoranti e cerco di afferrare qualsiasi occasione mi si pari davanti.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei
casi?
Preferisco un misto tra le due, senza però lasciare che la traduzione cancelli molte frasi
(com'è già successo con molte case editrici famose) o che ne cambi il significato per
renderlo più “adatto” ad ogni tipo di lettore.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai
successo di incorrervi?
Stando ai termini e condizioni di Babelcube, il sito tramite cui lavoro, sì.
Ci sono un sacco di penali: se l'autore decide di non assumerti più, se l'autore dovesse cancellare la pubblicazione del libro, se il traduttore decidesse di tirarsi indietro e se il
traduttore dovesse fare ritardo con la consegna.
Per fortuna non mi è mai capitato di finire in queste situazioni, e spero non capiti mai né a me, né agli altri colleghi traduttori... Sarebbe una bella batosta!

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?
Sono una persona molto flessibile, per fortuna. Se incappo in ritardi nel pagamento, riesco a resistere e stringo i denti, facendo forza poche volte ma sufficienti per avere quello che mi spetta.
Non mi è mai capitato di svolgere un lavoro gratuitamente o di incappare in una truffa, per questo mi ritengo fortunato, ma credo che in quel caso si dovrebbe semplicemente passare alle maniere “più forti” e agire, anche se conoscendomi non darei chissà quale peso alla faccenda.

Hai mai vinto premi dedicati a i traduttori?
No, e sinceramente neanche sapevo che esistessero! Questa cosa mi sorprende, ma proverò ad informarmi... Magari avrò il mio giorno buono, prima o poi.

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?
L'ultimo libro tradotto è “La Leggenda degli Occhi Blu” di Kristin McMichael.
È un urban fantasy per adolescenti, quindi non ho incontrato grosse difficoltà. Spesso vengono usati slang giovanili, ma non è un problema insuperabile. L'unica grande difficoltà è quella di conciliare il proprio tempo, essendo uno studente e avendo lavorato a questa traduzione in piena sessione invernale all'Università.

Quale è il momento più bello per un traduttore?
A mio parere, il momento più bello è vedere l'opera completa e sapere che qualcuno la sta leggendo. La gente apre l'eBook o il cartaceo e, sulla prima pagina, vede anche il tuo nome. Non molti ci fanno caso, ma una volta che ci sei dentro anche tu, ti viene voglia di farlo notare a chiunque.
Personalmente, però, la soddisfazione più grande è stata vedere la cover italiana del libro che stavo traducendo. È lì che mi sono detto: “Cavolo, Paolo! Lo stai facendo davvero!”

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?
Non ho chissà che come aneddoto, ho avuto un'esperienza lavorativa abbastanza semplice e tranquilla fino ad ora.
Ho avuto un grosso fraintendimento con un'autrice, tramite uno scambio di messaggi in cui avevo capito che fosse anche lei omosessuale come me. Allora le scrissi: “Wow, team LGBT here!” ma lei mi disse che aveva usato il termine sbagliato per riferirsi alla sua migliore amica, ed io mi misi le mani in testa per la brutta figura.
Oltre a questo, mi capita spesso di notare autori che richiamano la mia attenzione su Twitter, dicendo ai propri lettori che vorrebbero me come traduttore. Purtroppo, essendo sommerso da romanzi su cui lavorare, non posso fare altro che rifiutare pubblicamente, anche se spesso mi dispiace tantissimo.

Quale consiglio daresti ad una persona che volesse intraprendere il lavoro di
traduttore?
Comincerei col dire che non è una strada facile e che non è tutto oro quel che luccica, a
partire dal trovare un lavoro per poi toccare il tasto dolente dei guadagni.
Un consiglio che darei, comunque, è quello di darsi da fare e cercare autori determinati a
spianare la loro strada anche in Italia e all'estero. A mio parere, non c'è sensazione migliore del sapere di aver lavorato ad un buon libro.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Dopo aver ricevuto i primi guadagni da “Oscure Discendenze”, aspetto la pubblicazione di “La Leggenda degli Occhi Blu” e nel frattempo sto lavorando al seguito, “Diventare una Leggenda”.
Da Maggio in poi sarò anche il traduttore di Tiffany Daune, con il suo romanzo “Ossa e Corallo”, il primo della serie Siren Chronicles che vedrà l'uscita dei due sequel nella prima metà del 2018.
Per la fine di quest'anno invece dovrei riuscire a lavorare ai prossimi volumi della serie The Shadow Bloodlines (“Legami Fatali” e “Sangue Antico”) e all'ultimo volume della serie Blue Eyes Trilogy (“Vincere la Leggenda”).

Non sapevo di essere un mutaforma, finché i cacciatori non mi hanno trovata... 
Quando la diciottenne Beth riceve un messaggio dal padre scomparso, avvertendola di non andare a scuola quel giorno, perché mai dovrebbe dargli ascolto? Ma quando degli sconosciuti si mostrano ad una delle sue lezioni, dandole la caccia e in cerca della sua morte, Beth deve fare i conti con la verità sui perché e su ciò che è realmente.
Amar è rimasto sepolto nella pietra per secoli. Desidera la libertà, ma solo il sangue di un mutaforma potrà renderlo libero. Dopo secoli bloccato nella forma di un gargoyle, dubita che sia rimasto qualcuno della sua specie. Eppure Beth lo trova, e qualcosa che va oltre la sua responsabilità di proteggerla inizia a riempirlo. Dovrà presto scegliere tra il dovere e l'amore.
Prima che l'ordine dei cacciatori la catturi, Beth e Amar dovranno trovare il padre mutaforma, affinché possano salvare le loro vite.